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Archive for the ‘Storia – Cina’ Category

Le prime forme di organizzazione statale in territorio cinese sarebbero verosimilmente comparse  tra la fine del III e gli inizi del II millennio a.C., nel contesto delle culture Longshan. E’ il periodo in cui la tradizione scritta colloca la prima delle “tre dinastie ereditarie” Sandai: Xia, Shang e Zhou, che si sarebbero succedute al governo della Cina nell’arco di circa due millenni, dal XXII al III secolo a.C.

Sima Qian, detail, ink and colour on silk; in the National Palace Museum, Taipei.

E’ opportuno ricordare che quando si parla di “tradizione scritta” ci si riferisce a un complesso di testi, di carattere storico, filosofico, letterario ecc,  che, nella loro attuale redazione risalgono per lo più al periodo degli Stati Combattenti (453-222 a.C. ) e alla dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.)

In generale, il complesso delle notizie tramandate dalla tradizione sui periodi più remoti della storia cinese sono frutto di un’opera di selezione e di filtraggio; anche se esistono –ad esempio- tutta una serie di dati relativi alla dinastia Shang trasmessici dal più grande storico di epoca Han, Sima Qian (c.a. 145-90 d.C.), nel suo monumentale Shiji (Memorie di uno storico), che sono stati sostanzialmente confermati dalla ricerca archeologica.

Non fu solo l’intervento della  la scuola confuciana nel periodo degli Stati Combattenti, caratterizzato dalla tendenza ad integrare i documenti più antichi in un complesso organico e coerente con le esigenze dottrinali della scuola, ad operare nei confronti di tali documenti una sostanziale revisione storica; ma un altro apporto determinante al processo di “rilettura” del passato si ebbe anche dai teorici dell’Impero Han, per i quali il richiamo alla “tradizione” costituiva il criterio fondamentale di legittimazione del nuovo assetto politico e sociale. E’ proprio in questo periodo che le teorie della “successione dinastica” e del “mandato celeste” ebbero una formulazione definitiva nell’ambito di una più generale concezione etica e cosmologica che spiegava e giustificava l’esistenza di un Impero universale.

Il problema che si pone di fronte allo storico è quello di raccogliere e dare un’organizzazione coerente dei dati, all’interno della tradizione scritta, passati indenni attraverso l’opera di filtraggio di cui si è detto, sulla base delle ipotesi confortate dai ritrovamenti archeologici.

Già a partire dal tardo periodo Shang (XIII – XI secolo a.C.) si riscontra l’esistenza di numerosi documenti epigrafici coevi.

Il problema della rielaborazione storiografica è particolarmente evidente rispetto ai dati concernenti le origini dell’Impero cinese. È il caso ad esempio dello Shujing (Classico dei documenti), raccolta di testi storici la cui selezione è attribuita secondo la tradizione a Confucio, in cui vengono posti agli inizi della storia, prima delle Tre Dinastie, i due saggi sovrani Yao e Shun. Sima Qian, nel suo Shiji, elenca complessivamente cinque sovrani predinastici, i cinque di (con riferimento ai cinque elementi e alle concezioni cosmologiche di epoca Han): Huangdi, Zhuanxu, Ku, Yao e Shun; a cui si aggiungono altri tre sovrani predinastici, i tre huang: Fuxi, Nüwa e Shennong, secondo alcune fonti; Tianhuang, Dihuang e Taihuang secondo Sima Qian.

Fuxi e Nuwa

Nonostante numerose varianti nella loro composizione interna, le due serie dei cinque di e dei tre huang sarebbero rimaste sempre collegate, nella   storiografia cinese tradizionale, con un’antica “età dell’oro”, in cui sarebbe stato fissato il modello di governo ideale, e in cui sarebbero state realizzate le “scoperte” e le “invenzioni” fondamentali della civiltà umana.

Rispetto al periodo delle Tre Dinastie il problema si fa più complesso. La storicità della dinastia Shang è stata da tempo confermata dagli scavi archeologici, e vi sono oggi motivi fondati per attribuire caratteri storici alla dinastia Xia. Se per i sovrani predi nastici e in generale per l’epoca delle origini la ricostruzione del passato operata dalla tradizione scritta era consistita essenzialmente nella rielaborazione di materiale mitologico, per le Tre Dinastie si ha invece una sistematizzazione basata sulla selezione di materiale propriamente storico nell’ambito però di una visione etica e filosofica, che identificava la civiltà cinese con un “polo” di autorità legittima circondata dalla barbarie.

È probabile invece che la nascita dello Stato in Cina abbia presentato un carattere “multipolare”, e che nell’ambito di tale processo, le Tre Dinastie si siano poste come principali momenti di aggregazione; in cui si configuravano delle fasi alternanti di conflitto e di supremazia di una di esse sulle altre. Dati storici e materiale mitologico sembrerebbero confermare questa ipotesi: nello Shiji e in iscrizioni oracolari coeve compaiono nomi di sovrani appartenenti alle diversi rami dinastici (o che comunque sembrano avere a che fare con un determinato centro di potere), parallelamente ad altre (è il caso del rapporto tra i centri di potere Zhou e Shang).

La prima data certa della storia cinese, registrata nello Shiji di Sima Qian, è l’ 841 a.C., anno di inizio del periodo Gonghe della dinastia Zhou.

Iscrizioni oracolari su gusci di tartaruga, epoca Shang

Sono due le cronologie tradizionali più importanti. La prima è la cronologia lunga – detta anche “ortodossa” – che pone la conquista della capitale Shang da parte dei Zhou nel 1122 a.C.; la seconda è la cronologia breve, che fa risalire l’evento al 1027 a.C. la cronologia lunga si fonda su calcoli astronomici, probabilmente erronei, effettuati dal filosofo e letterato Liu Xin (c.a. 32 a.C. – 23 d.C.). La cronologia breve deriva dai Zhushu jinian (Annali su bambù), una cronaca del V-IV secolo a.C. rinvenuta in una tomba nel 281  d.C.; del testo originario di quest’opera, tuttavia, non sono rimasti che dei frammenti, e non si è del tutto certi dell’autenticità del passo su cui si basa la cronologia. È comunque possibile ricavare dai due sistemi cronologici le seguenti datazioni per le Tre Dinastie (le date tra parentesi sono quelle della cronologia breve):

Dinastia Xia : 2205 – 1751 (1194 -1523) a.C.

Dinastia Shang: 1751 – 1122 (1523 – 1027) a.C.

Dinastia Zhou: 1122 – 222 (1027 – 222) a.C.

[Testo di riferimento: M.Sabattini, P. Santangelo – Storia della Cina, ed. Laterza 2004]

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Una serie di siti scavati di recente fanno risalire le prime fasi del Neolitico cinese a circa 8.000 anni fa, anche se è probabile che si possa risalire a fasi ancora più antiche, in quanto sembra che a quell’epoca l’agricoltura avesse già assunto un rilevante peso economico.

Le comunità umane iniziano, in questa fase definita “la rivoluzione Neolitica”, a procurarsi delle fonti stabili di alimentazione mediante la coltura delle piante e l’addomesticamento degli animali; si sviluppano tecniche di lavorazione della pietra più avanzate (alla cui base c’è la tecnica della levigazione) e sorsero nuove tecnologie, come la ceramica e la tessitura. Le comunità umane, che già all’inizio di questa fase evolutiva conoscevano già un certo grado di ordinamento sociale, conobbero una rapida espansione, dando origine a sistemi sempre più complessi di organizzazione e aggregazione.

 Nel corso inferiore dello Yangzijiang è stato scoperto un sito, quello di Hemudu (provincia del Zhejiang), che ha permesso di acquisire dati importanti riguardo allo sviluppo dell’agricoltura in questa regione. Sono stati individuati quattro strati riconducibili, in base alle datazioni al radiocarbonio, alla fine del VI e all’inizio del V millennio a.C.. Dai ritrovamenti risulta che il riso fosse già coltivato nella valle dello Yangzi. Sono stati rinvenuti anche altre specie vegetali, che indicano una dieta abbastanza variata, e l’allevamento è attestato dal ritrovamento di resti di diverse specie animali addomesticate.

A partire dal V millennio, il quadro generale del Neolitico in Cina appare contrassegnato dalla presenza di tre culture principali: Yangshao, Dawenkou e Qingliangang.  La cultura Yangshao prende il nome da un villaggio dello Henan in cui negli anni 1920-21, furono individuati per la prima volta i resti di una civiltà neolitica, caratterizzata da una fine ceramica dipinta. In seguito ai numerosissimi ritrovamenti, si è ipotizzato che quello di Yangshao non sarebbe che la manifestazione più tarda di un unico complesso culturale. L’area di diffusione della cultura Yangshao si estende a ovest fino al corso superiore del fiume Wei, nell’attuale Gansu, ad est fino ai confini occidentali dello Shangdong, a nord fino alla regione dell’Ordos, a sud fino al corso superiore del fiume e medio del fiume Han (Shaanxi meridionale). I limiti cronologici vanno, secondo la datazione al radiocarbonio, dal V al III millennio a.C. , ma vi sono siti che presentano anche datazioni più tarde, fino al II millennio a.C. 

Le comunità Yangshao integravano l’attività agricola con la caccia, la pesca e l’allevamento; sicuramente erano conosciute le tecniche della filatura e della tessitura. La ceramica presenta una grande varietà tipologica, i tipi più caratteristici sono però il bacile-pen, con decorazioni dipinte in nero su fondo rosso, e la bottiglia-ping, con decorazione impressa “a cordicella”.

Tra i numerosi siti di Yangshao il più significativo è certamente quello di Banpo, nei pressi di Xi’an, in cui sono stati rinvenuti i resti di un villaggio distribuiti su un’area di oltre 10.000 mq. Si ritiene che le comunità di Banpo –come le altre della cultura Yangshao – fosse caratterizzata da un sistema sociale di tipo egualitario, anche se la vita doveva essere probabilmente regolata da una complessa ritualità.

Le tombe e i relativi corredi, insieme alla dimensione delle abitazioni, non presentano infatti sostanziali differenze quanto a contenuto e dimensione; la ritualità appare d’altro canto attestata, oltre che dalla composizione dei singoli corredi, anche dai motivi decorativi di alcune ceramiche ( come la maschera circolare con quattro pesci, immagine che suggerirebbe l’esistenza di riti sciamanici, e alcuni marchi incisi su terracotta, che sembrano richiamare alcuni caratteri della scrittura Shang). 

La cultura Dawenkou prende il nome dall’omonimo sito situato nella provincia dello Shangdong; è diffusa, oltre che nello stesso Shangdong, nel Jiangsu settentrionale e nello Henan orientale.

Appare caratterizzata da una ceramica grigia, marrone, bianca o nera, con numerose varietà tipologiche. Il grande divario esistente tra le sepolture di questa cultura, sia per quanto concerne le dimensioni che la ricchezza dei corredi, sta a indicare che già esistevano all’interno delle comunità forti differenziazioni sociali.

 La cultura Qingliangang presenta molte somiglianze con la cultura Dawenkou; è presente nella valle del basso Yangzi e la coltivazione del riso costituisce la sua principale attività produttiva.

E’ possibile che questa cultura derivi da quella Dawenkou, prendendo dalla cultura di Hemudu la risicoltura; ma è anche probabile che essa abbia costituito uno sviluppo della cultura di Hemudu, e che abbia successivamente subito l’influenza della cultura Dawenkou.

Accanto alle culture neolitiche già citate, si andarono sviluppando nel corso del IV millennio a.C. sul territorio cinese altre culture, le quali da un lato appaiono come risultato di un processo di caratterizzazione regionale fondato su specifici sistemi di risorse, dall’altro presentano tutta una serie di caratteristiche comuni, evidenziati dalla tipologia della ceramica. Tale situazione sembrerebbe avvalorare l’ipotesi dell’esistenza di una sfera di interazione culturale, comprendente tutta la Cina centro-settentrionale. Proprio nell’ambito di tale interazione si sarebbero create le condizioni di sviluppo della Cina storica, con le sue differenziazioni regionali concatenate in un unico continuum culturale.

Nel III millennio a.C. si svilupparono nel bacino del Fiume Giallo le culture Longshan dello Shaanxi, dello Henan (sviluppatesi dall’evoluzione della cultura Yangshao) e dello Shangdong (sviluppatasi dalla cultura Dawenkou). Il termine “Longshan” deriva dal nome della località situata nella provincia dello Shangdong, presso la quale furono rinvenuti i resti di una cultura caratterizzata da una fine ceramica nera.

Nonostante una serie di evidenti caratteristiche regionali, connesse con le diverse condizioni ambientali, sussistono tuttavia una serie di aspetti comuni, che costituiscono un’ulteriore testimonianza di quel processo di interazione culturale cui si è fatto cenno.

Nell’ambito della cultura Longshan si evidenziano consistenti progressi nella lavorazione della ceramica: accanto a terrecotte grigie, probabilmente di uso comune, compare infatti un vasellame nero ad impasto fine, caratterizzato da una grande eleganza e lucentezza. Un’altra evoluzione significativa riguarda la stratificazione sociale, ormai profondamente consolidata. Tra il progresso della ceramica e l’approfondimento delle differenziazione sociali esiste probabilmente una stretta connessione: il vasellame in ceramica nera era destinato certamente all’èlite, che quasi certamente lo utilizzava a fini rituali. Il ritrovamento di numerose scapole di animali – utilizzate a scopo divinatorio – indica senza dubbio la comparsa di un sistema ideologico relativamente complesso, collegato con un’èlite politico-religiosa.

Altro elemento caratterizzante le culture Longshan sono i villaggi circondati da mura in terra battuta; il fatto che esistesse questa forma di difesa indica che la violenza istituzionalizzata costituiva ormai un fenomeno comune nell’ambito delle diverse comunità. Ciò implica a sua volta l’esistenza di un potere militare, accanto al potere politico-religioso.

Se si considera poi che con le culture Longshan fa la sua comparsa la metallurgia, appare evidente che ormai stavano maturando le condizioni per la formazione delle prime organizzazioni statali.

[Testo di riferimento: M. Sabattini/ P. Santangelo, Storia della Cina, ed. Laterza 2004]

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E’ possibile far risalire i primi segni di popolamento umano in territorio cinese già partire dalle fasi più antiche del Pleistocene (da tre a un milione di anni fa).

 Recentemente ha trovato sempre maggiori conferme l’ipotesi che l’attuale provincia dello Yunnan abbia costituito una delle regioni originarie della specie umana. Da qui sarebbe iniziata la dispersione dell’uomo (archanthropus) nell’Asia orientale.

 Nel 1965 vengono rinvenuti nel distretto di Yuanmou due denti incisivi appartenenti a un ominide maschio – cui è stato attribuito il nome di Homo erectus yuanmouensis – in seguito alla prosecuzione degli scavi vengono rinvenuti altri materiali fossili e manufatti litici. Gli studiosi hanno avanzato l’ipotesi che l’ominide di Yuanmou appartenesse a uno stadio di transizione tra tipo Austrolopithecus e il tipo Homo erectus. Esso costituisce comunque la più antica presenza umana finora documentata con certezza nell’intero continente asiatico.

 La documentazione relativa agli insediamenti umani del Pleistocene medio (da 1.000.000 a 100.000 anni fa) è particolarmente ricca. Nella provincia dello Shaanxi, distretto di Lantian, sono stati rinvenuti nel 1963-65 diversi reperti umani, appartenenti a diversi individui di un tipo di ominide detto Homo erectus lantianensis, insieme a manufatti litici e fossili animali.

 Nei pressi del villaggio di Zhoukoudian (a c.a. 50 chilometri a sud-ovest dal centro di Pechino) sono stati rinvenute diverse calotte craniche complete, ossa facciali, denti, frammenti cranici e di arti, appartenenti a più di 40 individui di età e sesso diversi; insieme a oltre centomila  manufatti in pietra. Il tipo di ominide a cui ci si riferisce è detto Sinanthropus pekinensis o Homo erectus pekinensis, e costituisce tuttora l’ominide meglio conosciuto e studiato tra quelli che popolarono il territorio cinese durante il Pleistocene, ma anche uno degli antenati dell’Homo sapiens su cui si è oggi più ampiamente documentati.

Il Sinanthropus  per i suoi caratteri fisici si ricollega con la specie dell’Homo erectus . 

cranio del Sinanthropus pekinensis (Homo erectus pekinensis)

Si riscontra il fatto che intervennero mutamenti nella conformazione cranica del Sinanthropus durante il lungo periodo di sedimentazione. Il Sinanthropus camminava eretto, viveva in piccole comunità e si ritiene che fosse già in grado di articolare parole, anche se a un livello embrionale.

Sicuramente sapeva usare e conservare il fuoco ( è però improbabile che fosse a conoscenza di tecniche di accensione diretta); gli utensili in pietra erano costituiti prevalentemente da choppers-chopping tools, raschiatoi e punte.

 Con la cosiddetta glaciazione di Lushan si fa cominciare in Cina il Pleistocene superiore (c.a. 100.000 anni fa). Si verificano in questo periodo importanti mutamenti nella presenza umana sia a livello fisico che culturale. L’Homo erectus lasciò il posto a un nuovo tipo umano definito “neanderthaloide”, il quale sviluppò un’industria litica molto più avanzata della precedente, con caratteristiche tipologiche riconducibili al Paleolitico medio.

La lavorazione della pietra risulta in generale piuttosto accurata. Utensili caratteristici sono le schegge rifinite su entrambi i lati – che sembrano costituire le forme primitive delle lame dei periodo successivi – e punte a sezione triangolare.

E’ stata ipotizzata l’esistenza di due tradizioni tipologiche di lavorazione della pietra distinte, una legata all’area Lantian-Kehe, che si ricollega ai centri culturali del Paleolitico inferiore; e una legata all’area di Pechino e dello Shaanxi settentrionale (tradizione Zhoukoudian-Zhiyu).

L’ Homo sapiens fa la sua comparsa in Cina circa 40.000 anni fa, durante l’ultimo periodo glaciale detto di Dali. A partire da questo periodo la lavorazione della pietra fa rapidi progressi. Dopo una lunga evoluzione, caratterizzata da una sostanziale omogeneità tipologica e tecnologica, l’industria litica consce un processo di differenziazione in risposta alle diverse condizioni ambientali.

Un fatto importante è stato il ritrovamento – nel sito dello Zhiyu (Shaanxi settentrionale) – tra le altre cose, di varie forme di microliti (piccoli strumenti da taglio, bulini, piccole punte e punte di freccia), facendo così cadere l’ipotesi che questo tipo di industria avrebbe avuto origine in Siberia e si sarebbe successivamente diffuso nelle regioni della Cina del nord.

In generale si nota una progressive specializzazione degli utensili rispetto agli stadi precedenti, caratterizzati da attrezzi destinati ad usi molteplici.

 A un’epoca successiva, compresa tra la fine del Pleistocene e l’inizio dell’Olocene, risalgono altri ritrovamenti nella Cina del nord, il più importante dei quali è quello della Caverna Superiore, nei pressi della sommità della collina in cui sono stati rinvenuti i resti del Sinanthropus . nella Caverna Superiore di Zhoukoudian sono stati rinvenuti numerosi fossili umani, l’analisi dei tratti morfologici ha permesso di individuare in essi caratteri morfologici di tipo mongolico, ciò collegato con quanto è stato possibile stabilire dallo studio dei fossili umani scoperti nella Cina del sud, rende fondata l’ipotesi che in quest’epoca fosse già in  fase avanzata il processo di differenziazione razziale.

il sito dell'Uomo di Pechino di Zhoukoudian

I manufatti rinvenuti comprendono oggetti di pietra, corno e osso; assumono particolare rilievo gli ornamenti, che implicano l’esistenza di un senso estetico. La presenza di conchiglie marine sembrerebbe indicare lo sviluppo di scambi tra località relativamente lontane.

La Caverna Superiore presenta due ambienti distinti. La “sala inferiore”, situata all’interno, ha le caratteristiche di un  luogo di sepoltura: sono stati rinvenuti i resti di due donne e un vecchio; il fatto che intorno agli scheletri si trovassero polvere di ematite e oggetti ornamentali è considerato indizio della celebrazione di un rito funebre.

L’”Uomo della Caverna Superiore” presentava un livello di organizzazione sociale sicuramente più evoluto di quello dei suoi predecessori, se già praticava un culto dei morti.    

 Testo di riferimento: Sabattini M., Santangelo P., Storia della Cina, Bari-Roma, Laterza, 2005

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Neolitico – ca. 6000 – 2000 a.C.cina 

Fase Erligang – 1600 – 1300 a.C.
Fase Anyang – 1300 – 1100 a.C.
Cultura Shu – 1300 – 1000 a.C.

 

Dinastia Xia (?) – trad. ca. 2205 – 1766 a.C.
Cultura Erlitou (?) – 1900 – 1600 a.C.

Dinastia Shang – XVI° sec – 1045 a.C.
 

Dinastia Zhou – 1045 [/1066] – 221 a.C.
 Zhou Occidentali – 1045 – 771 a.c.
 Zhou Orientali – 770 – 221 a.C.
(Epoca Chunqiu “Primavere e autunni” – 770 – 453 [/476] a.C.)
Epoca Zhanguo “Stati combattenti” – 453 [/476] – 221 a.C.

Dinastia Qin – 221- 206 a.C.

Dinastia Han – 206 a.C. – 220 d.C.
Han Occidentali – 206 a.C. – 8 d.C.
(Interregno di Wang Mang – 9 – 23)
Han Orientali – 25 – 220

Tre Regni (Wei, Shu, Wu) – 220 – 265

Dinastia Jin – 265 – 420
Jin Occidentali – 265 – 316
Jin Orientali – 317 – 420

Regni del sud e del nord – 420 – 589

Dinastia Sui – 589 – 618

Dinastia Tang – 618 – 907

Wudai (“cinque dinastie”) – 906 – 960
Liao (qidan) – 907 – 1125

Dinastia Song – 960 – 1279
Song Settentrionali – 960 – 1127
Song Meridionali – 1127 – 1279

Dinastia Jin – 1115 – 1234

Dinastia Yuan – 1279 – 1368

Dinastia Ming – 1368 – 1644

Dinastia Qing – 1644 – 1911

Repubblica – 1912 – 1949

Repubblica Popolare – dal 1949

 

 

 

 

Qui di seguito una ulteriore cronologia più dettagliata tratta dal sito di leonardo.it 

 

 cronologia Leonardo

 

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